Ho lavorato al fianco di 3 ministri della Repubblica, di 1 top manager in una multinazionale e di 2 imprenditori. Ho avuto la massima responsabilità nella direzione aziendale in 7 imprese e altri 5 incarichi in consiglio. Fare consulenza strategica per me significa collocare in un quadro unico la prima e l’ultima riga del conto economico, la visione di lungo termine e quella di breve, la reputazione, l’attività commerciale, i rapporti con il policy maker.

Perché chi lavora per il futuro pensa già oggi a ciò che domani clienti o utenti, dipendenti e collaboratori, finanziatori e influenzatori diranno dell’organizzazione. Costruzione della reputazione e obiettivi commerciali fanno parte dello stesso disegno, insieme al conto economico e al perimetro patrimoniale. Il successo si progetta. Dall’inizio.

Per assistere il top management delle imprese così come i vertici di istituzioni pubbliche, occorre conoscerne a fondo la missione, interpretare la cultura organizzativa, condividere le finalità pubbliche o gli obiettivi del business plan, individuarne gli impatti sociali e ambientali, definire il quadro degli stakeholder.

Soltanto alla luce di un quadro organico, completo, è possibile progettare il punto di arrivo di un percorso di costruzione della reputazione. Cioè: definire come gli altri ti percepiranno. E a ritroso, partendo da questa definizione, progettare iniziative finalizzate a perseguire questo obiettivo. Programmando le risorse da impiegare e il risultato atteso.