L'economia percepita. Dati, comunicazione e consenso nell'era digitaleL’affermazione di Trump negli Stati Uniti, l’avanzare di partiti ostili al progetto europeo, la vittoria della Brexit, la nascita del primo governo dichiaratamente populista in Italia: nel volgere di soli due anni, il consenso dei cittadini nelle democrazie liberali si è spostato verso chi promette risposte semplicistiche e soluzioni immediate alle sfide di un mondo diventato sempre più complesso. Quale ruolo hanno giocato le politiche economiche in questo cambiamento?

Nonostante alla vigilia delle elezioni italiane i dati macroeconomici segnalassero l’uscita dalla doppia crisi (2009 e 2012), aumenta l’insoddisfazione dei cittadini. Come si spiega questo paradosso? Ha a che fare con il sensazionalismo dell’informazione e con il fiume di notizie false nei social media? Ma non dipenderà anche dal senso di ingiustizia determinato dall’aumento vertiginoso delle disuguaglianze?
Insieme a Dino Pesole abbiamo indagato i punti di intersezione tra economia, informazione ed istituzioni per formulare qualche ipotesi sul rapporto tra la comunicazione istituzionale e la propaganda politica, l’utilizzo di dati ufficiali e rigorosi a confronto con la disinformazione e la misinformation che circolano nelle piattaforme digitali, in un contesto di profonda crisi dei media tradizionali.

In L’economia percepita. Dati, comunicazione e consenso nell’era digitale (Donzelli, 2019 – in libreria dal 18 aprile) forniamo al lettore una guida attraverso una realtà articolata e in continuo cambiamento, con l’obiettivo di fissare alcuni punti fermi. Ripercorriamo le trasformazioni della nostra epoca che hanno contribuito a disorientare
i cittadini, affrontiamo il fenomeno dell’insofferenza contro il sapere, il ruolo spesso ansiogeno dell’informazione, la difficoltà di affermare un modello di comunicazione basato su dati oggettivi, a fronte di una politica che accorcia sempre di più il proprio sguardo verso la prossima scadenza elettorale.

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